martedì 20 dicembre 2011
giovedì 8 dicembre 2011
Spegnere subito il fuoco appiccato dai banchieri o andrà a fuoco tutto!
Oltre le apparenze, la deregolamentazione (liberalizzazione dicono per renderla vendibile) del trasporto pubblico non di linea è stata avviata con la manovra Monti. Non vederla sarebbe da ingenui. Non siamo di fronte ad una liberalizzazione radicale come previsto nella versione originaria della bozza di manovra. Più tatticamente, il Governo ha avviato un processo che è facile pensare si svilupperà su due momenti: 1) quello attuale dove viene strutturato il contenitore formale che consente ai grossi gruppi di entrare nel settore; 2) uno modulare, dove si lascia al "mercato" la possibilità di riempirlo, ma laddove non ce la faccia da sè, saranno sempre possibili nuovi interventi di maggior deregolamentazione. L'importante, per il Governo, è buttare giù il muro rappresentato dai cardini della legge quadro 21/1992, che ha consentito di rendere il servizio taxi italiano, come comprovato dalle più recenti indagini a riguardo (Ubs 2009, Fia 2011), tra i migliori d'Europa per qualità, efficienza, economicità, democraticità dell'organizzazione lavorativa (il settore è difatti tra i pochi, o l'unico in Italia, che in sostanza sia ad “azionariato” dei lavoratori), impedendo ai grossi interessi finanziari la possibilità di entrarvi e controllarlo.
Cosí, per cominciare, l'art. 34 della manovra scardina alcuni pilastri della normativa del trasporto pubblico non di linea: elimina il principio di territorialità (sarà l'anarchia a cui seguirà un generale abbassamento della qualità del servizio e con particolari effetti negativi per l'utenza delle zone periferiche); consente a qualsiasi forma giuridica la possibilità di entrare nel settore (in potenza ed in prospettiva, anche società di capitali); apre forti dubbi in materia di tariffazione minima; apre forti dubbi circa una liberalizzazione delle autorizzazioni n.c.c., imputando un ruolo di filtro all'Authority sulla concorrenza e sottoponendo il settore ad un grado d'incertezza non tollerabile per nessuna attività d'impresa.
Oltre ogni dubbio, la manovra esclude dalla deregolamentazione i servizi finanziari e quelli di comunicazione, e le libere professioni (già colpite dalla manovra del precedente Governo); allo stesso modo, non esclude peró il trasporto pubblico non di linea.
Si pone un problema più ampio di coordinamento complessivo tra le due manovre (l'attuale e l'ultima del precedente Governo) che dovrà essere risolto, molto probabilmente, in sede di conversione del decreto.
In sostanza, hanno appiccato il fuoco alla casa e sarebbe da sciocchi dire: "Tranquilli, prende fuoco il primo piano; noi siamo al secondo!".
Alla luce di ciò, è bene non sottovalutare la gravità del processo messo in atto. Il clima politico e sociale impone un altissimo livello di guardia da parte di tutti i lavoratori del settore e delle loro organizzazioni rappresentative, attraverso il ricorso ad ogni democratica forma di manifestazione del dissenso finchè non sarà ottenuto il ripristino totale delle regole vigenti sin ora nel settore del trasporto pubblico non di linea (taxi ed n.c.c.).
O spengiamo subito il fuoco appiccato dai banchieri o andrà a fuoco tutto il settore!
Claudio Giudici
Presidente Uritaxi Toscana
mercoledì 12 ottobre 2011
L'Autorità “indipendente” dei trasporti: costose poltrone che svuotano la democrazia
Sotto il titolo-maschera di “Progetto delle imprese dell'Italia”, Confindustria, Abi (le banche) ed Ania (le assicurazioni) stanno continuando a capeggiare un movimento che di manifesto in manifesto mira ad importare definitivamente in Italia quel disegno che metterebbe l'economia italiana e la nostra democrazia sotto il controllo di una ristretta élite che da anni contribuisce ad impoverire l'intera società italiana, assecondando quei distruttivi processi che vanno registrandosi in modo anche più radicale fuori dai nostri confini.
A questo manifesto aderiscono anche l'Alleanza delle cooperative italiane e, attraverso il blocco di Rete Imprese Italia, Casartigiani, Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confesercenti, lanciano un manifesto che propone: riduzione della spesa pubblica e riforma delle pensioni, riforma fiscale, cessioni del patrimonio pubblico, liberalizzazioni e semplificazioni ed infrastrutture ed energia (quest'ultimo punto dovrebbe essere il primo perchè elemento di base per ogni sana economia!).
Per quanto ci riguarda più nello specifico, ossia le liberalizzazioni, la proposta truffa lanciata da questo manifesto è quella dell'istituzione di un'Autorità indipendente dei Trasporti. La proposta è tanto strumentale ed incoerente con la complessiva visione d'insieme, da lasciare interdetti.
Infatti, da un lato si richiede la riduzione dei costi della politica, ma dall'altro si chiede la nascita dell'ennesima Autorità “indipendente” che costerebbe qualche milione di euro ai contribuenti (si pensi all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che solo per i 5 membri del collegio direttivo ci costa oltre 2 milioni di euro). Ma la proposta è incoerente anche dal non secondario punto di vista del crisma democratico che istituti di tal genere hanno.
Da più pulpiti, anche le rappresentanze aderenti a questo manifesto, hanno denunciato l'assenza in Italia di una legge elettorale “democratica” per il Parlamento, dove dei poco democratici nominati sostituirebbero dei ben più democratici eletti: da qui, anche secondo loro, la necessità del ritorno alle preferenze. Poi però, quando si tratta di scelte sostanziali per il governo dell'economia, pensano bene di ricorrere ad una Autorità “indipendente”: indipendente dal corpo elettorale ma non certo da quei ristretti interessi che, finchè il voto sarà di uno per testa e non in base al censo (!), possono avere molta più capacità di pressione su organismi tecnici piuttosto che su organismi politici!
Insomma, questa trappola dell'Autorità “indipendente” dei Trasporti non è altro che il solito modo per consentire di trasferire il controllo di questo settore economico da forze politiche democraticamente elette a tecnocrati ubbidienti a noti interessi finanziari.
Claudio Giudici
Direzione nazionale Uritaxi
giovedì 7 luglio 2011
Cgil converrà con noi che allarmare inutilmente i tassisti sia meschino
Rispondo al documento di Unica taxi Cgil che mi tira in ballo in relazione al nostro comunicato “tranquillizzatorio” relativo alla fantomatica liberalizzazione del settore. Invero, da parte nostra non ci siamo riferiti espressamente ad essa, non avendone gli elementi. Tuttavia, excusatio non petita accusatio manifesta.
Secondo Unica taxi Cgil non vi sarebbe stata alcuna disinformazione ed il nostro documento sarebbe comprensibile solo alla luce della “venerazione” che il sottoscritto avrebbe per Tremonti.
Procediamo per gradi.
Il problema è stato che i colleghi, iscritti e non ad Uritaxi, ci hanno inondato di telefonate allarmate per una presunta liberalizzazione di cui la bozza di manovra finanziaria non parlava e di cui si andava parlando in piazza. Come fatto subito presente ai colleghi, la bozza parlava esplicitamente di “professioni”e dunque non poteva riguardarci, perché non rientriamo tra il novero giuridico delle professioni. Non è un caso che la bozza di manovra precisasse quali professioni ne fossero escluse (avvocati, architetti, commercialisti, farmacisti, autotrasportatori ed altre); non a caso tutte professioni obbligate alla tenuta di un albo (sì esiste anche l'albo degli autotrasportatori!).
Ma allora il Presidente nazionale Uritaxi Loreno Bittarelli – visto che questo Unica Taxi Cgil precisa – perchè aveva convocato il Parlamentino taxi? Perchè lui quel giorno si trovava lontano da Roma, ed era anch'egli stato colto da una caterva di telefonate che gli dicevano che qualcuno in piazza stava facendo il birbone diffondendo allarmismo tra i colleghi. Pur rilevando sin da subito che la bozza di manovra finanziaria, parlando di “professioni”, non ci riguardava, onde evitare equivoci interpretativi, ha ritenuto importante levar il vin dai fiaschi e convocare un Parlamentino in materia. Ma già il giorno dopo, con documento datato 1 luglio, Bittarelli comunicava:
“Cari Colleghi, abbiamo sicuramente fatto bene ad attivarci per approfondire i contenuti e monitorare gli sviluppi della manovra finanziaria 2011 in approvazione del Consiglio dei Ministri, ma come noi sostenevamo sin dall’inizio, le abrogazioni delle restrizioni all’accesso delle professioni riguardano, come del resto era scritto sulla bozza, “le professioni previste dall’Ordinamento vigente” che quindi non c’entrano nulla con i taxi e gli ncc, perché le “libere professioni” sono quelle regolamentate attraverso un Ordine. Sempre alle stesse professioni erano quindi da riferire le doppie sedi e quant’altro. Era quindi corretto non creare in Categoria inutili allarmismi o strumentalizzazioni di pura natura politica, anche perché si trattava soltanto di una bozza di decreto che sarebbe dovuta passare con i vari emendamenti prima all’approvazione del Consiglio dei Ministri, poi al Senato e poi ancora alla Camera.”
Quindi, io convengo con Bittarelli che si è trattato eccome di disinformazione e strumentalizzazioni! In ogni caso Unica Taxi Cgil converrà sicuramente con noi sul fatto che allarmare la categoria e giocherellare con la rabbia e le paure di chi lavora, non sia il giusto modo di operare per nessun organo di rappresentanza.
Su Tremonti si rischia di fare accademia. Il partito dei liberisti è trasversale come dice Unica Taxi Cgil? Può essere, ma è sofistico affermare ciò. Cerchiamo piuttosto di comprendere dove sia dominante … Tuttavia, per chiarezza, non esistono garanzie a vita in materia, perchè come Unica Taxi Cgil sa bene, siamo dentro un macro-processo guidato dalla finanza internazionale, che mira a schiacciare ogni tentativo protezionistico delle economie nazionali. Ciò che resta a noi cittadini è la libertà di pensiero di cogliere la verità delle questioni: liberalizzare serve solo a trasferire in mano a grossi interessi speculativi degli assets dell'economia reale, che rappresenteranno il sottostante su cui creare strumenti finanziari utili a rifinanziare la bolla speculativa globale (che come vediamo anche solo con gli ultimi casi di Irlanda, Grecia, etc. sta esplodendo).
Claudio Giudici
Presidente Uritaxi Toscana
Secondo Unica taxi Cgil non vi sarebbe stata alcuna disinformazione ed il nostro documento sarebbe comprensibile solo alla luce della “venerazione” che il sottoscritto avrebbe per Tremonti.
Procediamo per gradi.
Il problema è stato che i colleghi, iscritti e non ad Uritaxi, ci hanno inondato di telefonate allarmate per una presunta liberalizzazione di cui la bozza di manovra finanziaria non parlava e di cui si andava parlando in piazza. Come fatto subito presente ai colleghi, la bozza parlava esplicitamente di “professioni”e dunque non poteva riguardarci, perché non rientriamo tra il novero giuridico delle professioni. Non è un caso che la bozza di manovra precisasse quali professioni ne fossero escluse (avvocati, architetti, commercialisti, farmacisti, autotrasportatori ed altre); non a caso tutte professioni obbligate alla tenuta di un albo (sì esiste anche l'albo degli autotrasportatori!).
Ma allora il Presidente nazionale Uritaxi Loreno Bittarelli – visto che questo Unica Taxi Cgil precisa – perchè aveva convocato il Parlamentino taxi? Perchè lui quel giorno si trovava lontano da Roma, ed era anch'egli stato colto da una caterva di telefonate che gli dicevano che qualcuno in piazza stava facendo il birbone diffondendo allarmismo tra i colleghi. Pur rilevando sin da subito che la bozza di manovra finanziaria, parlando di “professioni”, non ci riguardava, onde evitare equivoci interpretativi, ha ritenuto importante levar il vin dai fiaschi e convocare un Parlamentino in materia. Ma già il giorno dopo, con documento datato 1 luglio, Bittarelli comunicava:
“Cari Colleghi, abbiamo sicuramente fatto bene ad attivarci per approfondire i contenuti e monitorare gli sviluppi della manovra finanziaria 2011 in approvazione del Consiglio dei Ministri, ma come noi sostenevamo sin dall’inizio, le abrogazioni delle restrizioni all’accesso delle professioni riguardano, come del resto era scritto sulla bozza, “le professioni previste dall’Ordinamento vigente” che quindi non c’entrano nulla con i taxi e gli ncc, perché le “libere professioni” sono quelle regolamentate attraverso un Ordine. Sempre alle stesse professioni erano quindi da riferire le doppie sedi e quant’altro. Era quindi corretto non creare in Categoria inutili allarmismi o strumentalizzazioni di pura natura politica, anche perché si trattava soltanto di una bozza di decreto che sarebbe dovuta passare con i vari emendamenti prima all’approvazione del Consiglio dei Ministri, poi al Senato e poi ancora alla Camera.”
Quindi, io convengo con Bittarelli che si è trattato eccome di disinformazione e strumentalizzazioni! In ogni caso Unica Taxi Cgil converrà sicuramente con noi sul fatto che allarmare la categoria e giocherellare con la rabbia e le paure di chi lavora, non sia il giusto modo di operare per nessun organo di rappresentanza.
Su Tremonti si rischia di fare accademia. Il partito dei liberisti è trasversale come dice Unica Taxi Cgil? Può essere, ma è sofistico affermare ciò. Cerchiamo piuttosto di comprendere dove sia dominante … Tuttavia, per chiarezza, non esistono garanzie a vita in materia, perchè come Unica Taxi Cgil sa bene, siamo dentro un macro-processo guidato dalla finanza internazionale, che mira a schiacciare ogni tentativo protezionistico delle economie nazionali. Ciò che resta a noi cittadini è la libertà di pensiero di cogliere la verità delle questioni: liberalizzare serve solo a trasferire in mano a grossi interessi speculativi degli assets dell'economia reale, che rappresenteranno il sottostante su cui creare strumenti finanziari utili a rifinanziare la bolla speculativa globale (che come vediamo anche solo con gli ultimi casi di Irlanda, Grecia, etc. sta esplodendo).
Claudio Giudici
Presidente Uritaxi Toscana
venerdì 8 aprile 2011
FOCUS SU NCC ABUSIVI O FUORI SEDE
"La Fondazione Caponnetto incuriosita dal numero elevato di vetture NCC provenienti da diverse realtà italiane si è interessata al problema. E' emersa la presenza di abusivi, e di NCC che provenivano da paesini fuori regione che in violazione alle norme di legge circolavano tranquillamente in ...città,senza alcun controllo delle tariffe. Tale fatto danneggia gli NCC di Firenze ed i Tassisti. Negli ultimi tempi i controlli sono aumentati." (Rapporto 2009, Fondazione Antonino Caponnetto)
A Roma il fenomeno è stato più volte ricostruito da inchieste mediatiche. Oggi ve n'è una anche su Milano:
http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?13103
A Roma il fenomeno è stato più volte ricostruito da inchieste mediatiche. Oggi ve n'è una anche su Milano:
http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?13103
giovedì 7 aprile 2011
Trascrizione dell'informativa unitaria per la conferenza stampa di presentazione dell'UNIONE FIORENTINA TAXI
Buongiorno agli intervenuti.
Con questa conferenza stampa intendiamo comunicare alla Città, alle Istituzioni ed alla Stampa la nascita del nuovo organismo unitario di rappresentanza sindacale per il settore taxi fiorentino.
Esso si chiamerà UNIONE FIORENTINA TAXI e mira a configurarsi come l'organismo principale di rivendicazione, tutela e promozione dei diritti e degli interessi dei lavoratori del settore taxi.
La genesi che ha portato le quattro principali e storiche sigle sindacali del settore (per ordine alfabetico), Sitafi, Uil, Unica Cgil e Uritaxi, a questo passo, è caratterizzata dalla presa d'atto della maturazione in Italia, in Europa ed in generale nel mondo occidentale, di un pericoloso sentimento anti-sindacale ed anti-lavorista da parte delle cosiddette classi dirigenti.
In qualche modo, anche Firenze ci è parsa tutt'altro che esente dal diffondersi di questo virus, che niente di buono prospetta per il lavoro; lavoro che, non è evidentemente inutile ricordarlo, rappresenta insieme al lavoratore il perno sostanziale del nostro ordine costituzionale, visto che è il protagonista indiscusso dei primi articoli della nostra Costituzione.
In una società dove si tenta, invero con non pochi successi, di diffondere la malsana idea per cui le stelle polari a cui l'ordine politico-economico-sociale debba guardare siano consumo e consumatore (idee proprie del liberismo economico centrato sullo sfruttamento del lavoro a basso costo, le deregolamentazioni e le delocalizzazioni), avvertiamo il dovere di affermare che se non esiste – proprio come i nostri costituenti avevano compreso – la primaria tutela e promozione di lavoro e lavoratore, non può esistere alcun buon consumo e consumatore. Crediamo che a questo debba mirare l'ordine politico che ci siamo dati a livello nazionale e locale.
Le difficoltà che va incontrando il mondo del lavoro, riguardano ovviamente anche il settore taxi. Siamo di fronte ad una costante contrazione della redditività del lavoro, procurata dalla morsa della progressiva diminuzione della domanda di servizio (questo trimestre è stato segnato il record negativo) e dal continuo aumento dei costi d'impresa (ricordiamo a titolo d'esempio l'aumento del cosap del 40%, e l'aumento dell'indice dei prezzi per i trasporti del 4,1% secondo l'ultimo rapporto Confartigianato).
Tutto questo ci obbliga a superare le divergenze e le specificità – invero assolutamente minoritarie - di ogni singola sigla sindacale, ed a fare fronte comune partendo dai punti che rappresentano il nocciolo duro per ogni impresa taxi: la difesa della legalità, una viabilità sicura e snella, un costante avanzamento tecnologico del settore, la tutela dell'impresa taxi e la difesa dalla societarizzazione, il divieto del cumulo delle licenze, il contenimento del carico fiscale, l'efficiente gestione delle risorse d'impresa.
E lo facciamo costituendo un organismo che non è più solo sintesi delle organizzazioni costituenti (come era lo storico CUT) ma attraverso libere elezioni, in cui tutti i tassisti sono elettori e eleggibili, si crea uno strumento sindacale che diviene rappresentativo di tutto l’universo del tassismo fiorentino, che quindi non può essere indicato come una parzialità del settore ma diviene oggettivamente l’unico interlocutore sindacale per gli Enti locali, per le istituzioni, per altri vettori del trasporto pubblico locale.
L'industria taxi è un settore che fa gola a grossi apparati imprenditoriali oramai da qualche anno.
Proprio qui da Firenze contribuimmo più di altri a svelare il gioco che si celava dietro il tentativo di liberalizzazione dei taxi, ossia il suo progressivo trasferimento da un settore centrato su tante piccole imprese che fanno sistema grazie all'associazione cooperativistica (che ricordiamo è promossa dal nostro costituente) ad un più o meno ristretto oligopolio dei soliti gruppi finanziari nazionali ed esteri, che si stanno spartendo il paese (ed invero il pianeta) dalla metà degli anni '90, quando anche in Italia partì la sciagurata stagione delle privatizzazioni e delle liberalizzazioni.
Noi, dunque, abbiamo ben chiaro chi sia il nostro nemico e come questo agisca, grazie ai suoi molteplici tentacoli:
1- la primazia della forza finanziaria;
2 - la disinformazione prodotta da taluna stampa controllata;
3 - l'asservimento di taluni politici.
Abbiamo accennato alle difficoltà che in questo momento incontra il settore ed abbiamo fatto riferimento alla morsa dell'aumento dei costi d'impresa e della contrazione della domanda di servizio.
Alla luce di ciò rinnoviamo all'Amministrazione fiorentina le nostre legittime istanze:
1 – nel 2010 l'inflazione del settore trasporti è stata del 4,1% (all'incirca il doppio di quella sui prezzi generali al consumo): il carburante ha avuto aumenti a due cifre e l'Amministrazione stessa non ci ha aiutato con quell'insensato carico come il cosap che viene a gravare su un servizio pubblico che per obbligo e non per scelta ha degli spazi di sosta. A questo proposito ricordiamo all'Amministrazione ed in particolare all'Assessorato allo sviluppo economico che è scaduto in questi giorni quell'aggiornamento Istat della tariffa (riconosciuto ad ogni lavoratore di qualsiasi settore) che da tre anni, per senso di responsabilità, la categoria tiene fermo, che non rappresenta come si è voluto vendere all'opinione pubblica un aumento della tariffa, ma un recupero in costante deficit su costi d'impresa che aumentano a velocità tripla (si rifletta appunto sul dato che per un triennio ci spetta per regolamento comunale un aumento tariffario di circa il 5%, mentre per un solo anno l'aumento dei costi di settore è stato come già detto, almeno del 4,1%).
Dunque, possiamo legittimamente porre la questione di un adeguamento in quanto la situazione dei costi sta precipitando.
Per inciso, in relazione al calo di lavoro che si sta accentuando nel primo trimestre 2011, dopo un trend di stabilizzazione – pur nel ribasso – avutosi nel 2010, ci chiediamo secondo quale raziocinio e senso del giusto, si possa minimamente pensare di ampliare ancora il numero delle aziende taxi o a modificare le ore di lavoro attualmente in essere se non nel quadro di sperimentazioni nella organizzazione del lavoro della categoria.
2 – Rinnoviamo l'attenzione sull'applicazione della normativa di settore, volta in particolare a tutelare utenti e lavoratori del trasporto locale da quelle forme di abusivismo perpetrate in modo sistematico da molti noleggi con conducente provenienti da fuori comune.
Ricordiamo casi già più volte denunciati: i noleggi con conducente devono sostare presso la propria autorimessa e non presso via Roma, via Calimala, di fronte agli hotel, alla stazione o all'aeroporto procacciando clienti in modo illegale; i noleggi con conducente, laddove siano fuori dalla propria autorimessa devono avere una specifica commessa di viaggio documentata secondo quanto previsto dalla legge quadro 21 del 1992 come rinnovata nel 2010.
Per ovviare ai fenomeni di truffa a danno dell'utenza, invitiamo ancora una volta l'Assessorato allo sviluppo economico a sensibilizzare gli albergatori per dare pubblicità alle nostre tariffe; altresì lo invitiamo ancora una volta a rendere più conoscibili le nostre tariffe soprattutto a favore dell'utenza turistica che è la più raggirabile, e nei cui confronti si gioca la grande partita dell'immagine e della credibilità della nostra industria turistica. Perchè non realizzare quello che è stato fatto ad esempio a Roma? Ci riferiamo ai totem informativi, ad un sito internet comunale che pubblicizza con precisione e trasparenza il servizio taxi, ed altro.
L'abusivismo e le truffe nel settore del trasporto persone sono fenomeni vivi e vegeti a Firenze, come ci ricorda anche la Fondazione Antonino Caponnetto, ma un muro di gomma lo nasconde con danni gravissimi per la nostra complessiva industria turistica.
Noi come settore taxi stiamo da anni lavorando su questo fronte, ma il grosso del problema, ci permettiamo di affermare con assoluta convinzione, non riguarda il settore taxi, ma altri vettori.
3 – Nel ribadire la necessità di un aumento della superficie stradale destinata a corsie preferenziali, un ringraziamento particolare e sentito va all'Assessorato alla mobilità, all'Assessore Mattei ed a tutta la sua squadra, per la competenza e l'umanità più volte dimostrate nel rivedere la viabilità cittadina.
Non sempre in questi mesi i risultati sono stati ottimali, ma questo lo imputiamo non tanto alle capacità dell'Assessorato quanto alla mastodontica difficoltà prodotta alla viabilità dalla pedonalizzazione del Duomo (positiva in sé stessa, ma con riflessi in termini di vivibilità delle aree circumnaviganti, assai deleteri per il quotidiano di tanti cittadini). Anzi, le soluzioni adottate ci hanno talvolta meravigliato per l'intelligenza e diremmo quasi la genialità.
Ci dà gioia e ci è dovuto, dunque, rendere in questa occasione pubblico merito a tutta la squadra dell'Assessorato alla mobilità.
4 – Infine, lo sviluppo dell'attività, concertato con l’Amministrazione e con l’azienda cittadina del trasporto pubblico locale è un altro spaccato delle nostre riflessioni e della nostra proposta.
Alcuni anni fa in sinergia con ATAF realizzammo una importante esperienza di servizio taxi integrato su particolari linee dell’azienda cittadina.
Perchè non pensare – anche criticamente, per migliorarla - a quella esperienza in un momento in cui il taglio delle risorse al TPL fa presagire pesanti ridimensionamenti nell’offerta di servizio da parte dell’azienda tramviaria.
Il taxi potrebbe essere sinergicamente utilizzato nelle fasce notturne, sulle linee deboli, su particolari servizi quali il trasporto ai cimiteri e alle cappelle mortuarie, od altri individuabili.
Ugualmente sono ulteriormente da sviluppare i servizi dedicati a particolari settori quali i giovani e gli anziani nonchè i portatori di handicap.
Altro tema da approfondire è il contributo che la flotta taxi può dare nell’area della ZTL.
Sono alcuni mesi che le relazioni sindacali tra la categoria e l’Amministrazione si sono raffreddate; noi non vogliamo aprire una diatriba filosofica sui metodi di confronto; a noi interessano le cose concrete, affrontare i problemi, cercare di risolverli, per il bene della Città e del servizio in modo primario, perchè il bene del lavoratore tassista è solo una proiezione di quel miglioramento.
La nascita di una nuova organizzazione unitaria rappresentativa di tutto l’universo della categoria può essere un incentivo a riaprire il confronto, un dialogo che noi auspichiamo.
E' con questo auspicio che concludiamo questa informazione ringraziando tutti gli intervenuti per l'attenzione dataci.
martedì 5 aprile 2011
TAXI: FIRENZE, NUOVO RECORDO NEGATIVO PER IL SETTORE
Firenze, 27 marzo 2010.
Dopo alcuni tenui spiragli di luce visti nel secondo semestre 2010, l'inizio del 2011 fa segnare per il settore taxi nuovi record negativi per la domanda di servizio.
Infatti, se il primo trimestre 2010 aveva portato storici record negativi, il primo trimestre 2011 segna livelli ancor più bassi di un ulteriore 3%. Ciò, anche conseguentemente al nuovo calo del turismo registrato a Firenze, è aggravato dal continuo crescere dei costi di gestione, con particolare riferimento a quello del carburante.
La categoria dopo tre anni consecutivi di crollo della domanda di servizio, richiama l'attenzione dell'Amministrazione comunale fiorentina, affinchè si adoperi per un sostegno concreto in aiuto del settore, adottando specifiche e strutturali politiche di rilancio.
L'Unione Fiorentina Taxi
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