La grande manipolazione culturale creata dalla fine degli anni '60 è quella per cui l'economia debba essere rimessa alla famosa "mano invisibile" di Adam Smith, piuttosto che alle coscienti scelte del regolatore politico. Tutta la ricostruzione post-bellica e le Costituzioni da cui essa è partita, è invece il rifiuto di questa falsità, dietro cui in realtà si cela la legge del più forte. Oggi, è con il termine liberalizzazione che si vende questa legge, a tutto dispetto della crescita dell'economia fisica e di un ordine più giusto.



mercoledì 29 agosto 2012

Aeroporto di Firenze: Oliva col MagLev guarda al domani!

E' evidente che il consigliere comunale del Pd di Prato, Nicola Oliva, ha una visione politico-economica che guarda non solo all'oggi, ma anche al domani. La sua proposta di un collegamento per un treno a levitazione magnetica tra Firenze e Pisa, passando per Prato, sarebbe capace di rivoluzionare l'intera piattaforma economica toscana, e fungere da ponte di sviluppo per l'Italia intera. La proposta De Zordo di un collegamento AV Firenze-Pisa – comunque più realistica, viste le resistenze dei Comuni interessati, di quella governativa per l'ampliamento dell'aeroporto di Firenze – rappresenterebbe un semplice collegamento di mobilità. Diversamente, la proposta Oliva, che lo scorso anno fu tecnicamente presentata a Prato dall'ing. Effenberger, dimostrando tutta la sua superiorità per efficienza e sicurezza rispetto all'AV, rilancerebbe la vocazione industriale della Toscana, creando un indotto tecnologico-scientifico, universitario, manifatturiero, che solo i grandi progetti, per quanto apparentemente utopici sul momento, sono in grado di mettere in moto. Parafrasando Victor Hugo, potremmo ricordare che l' (apparente) utopia di oggi è la realtà di domani. Oliva, evidentemente, vede già oggi ciò che i più avranno forse il coraggio di nominare tra trent'anni.

Claudio Giudici
Presidente Uritaxi Toscana

sabato 11 febbraio 2012

Caro Passera, i sindaci dimostrano di esser più “tecnici” delle authority!

Che si sia di fronte ad un attacco nei confronti della politica è evidente.
Siamo infatti al secondo capitolo di quella stagione che nei primi anni '90 portò all'eliminazione di un'intera classe dirigente, per interdire ogni tentativo di resistenza della politica ad un processo di parassitaggio dell'economia nazionale da parte di una serie di interessi finanziari nazionali ed internazionali. Solo all'interno di tale quadro possiamo comprendere le reali motivazioni della affermazione del Ministro Passera per cui sarebbe opportuno “sollevare il sindaco dall'onere di decidere l'ampliamento del numero di licenze dei tassisti”. Gli addetti del settore, infatti, non comprendono le ragioni di una tale affermazione che risulta evidentemente ideologica o portatrice di secondi fini (la destrutturazione del settore, di modo da renderlo facile preda di nuove operazioni di parassitaggio da parte degli squali della finanza). Le parole del Ministro, tra l'altro, mal celano l'idea di inferiorità della politica, delle istituzioni democratiche, degli eletti, rispetto a poteri cosiddetti indipendenti e tecnici. Se l'esser tecnici ed indipendenti si manifesta come fatto dall'Antitrust con la sua recente segnalazione del 5 gennaio 2012, dove (pagg. 68-69) in merito al servizio del trasporto pubblico non di linea (taxi ed n.c.c.) afferma che gli n.c.c. non ne farebbero parte, che un lavoratore tassista non possa avere più di 4 (quattro) licenze – quando in realtà non può averne più di una – , e che il rapporto taxi/abitanti sarebbe “nettamente inferiore a quello delle principali città europee di dimensioni analoghe” (quando invece Milano e Roma hanno un rapporto taxi/abitanti tra i più alti d'Europa), è evidente interrogarsi sulla reale necessità di quello che sicuramente sarà l'ennesimo costoso “poltronificio” di cui nel merito e nel metodo non se ne avverte il bisogno. Infatti, al di là dei luoghi comuni a cui un tecnico come il Ministro Passera non dovrebbe abbandonarsi, quell'istituzione democratica che chiamiamo “Sindaco”, visti i dati, ha dato ampia prova di andare oltre le pretestuosamente temute pressioni di parte.

Claudio Giudici
Presidente Uritaxi Toscana

mercoledì 4 gennaio 2012

La lettera inviata e ripresa dal Financial Times

Monti sarà sconfitto da democrazia, verità e coscienza, più che dai tassisti!

Egr. dott. Giugliano,
quella che viene descritta come una fase di “resistenze” di un sistema di corporazioni, è più propriamente da intendere come l'appassionato tentativo di vere e proprie forze di resistenza democratica alla completa trasformazione dell'Italia da repubblica a oligarchia. Tassisti, farmacisti, edicolanti, negozianti, sono prima che dei lavoratori dei cittadini che godono ancora di un diritto di voto, e che fanno pressione su un sistema che – nonostante il “congelamento” del processo di individuazione della premiership da parte di una serie di forze nazionali ed internazionali – passa ancora per il Parlamento e per l'elettorato passivo di cui queste persone ancora godono. Questo è il primo ostacolo ad un disegno neo-liberista che mira a mettere il Paese, nelle sue articolazioni economiche, produttive e distributive, pubbliche o parcellizzate tra una moltitudine di cittadini, nelle mani di un'oligarchia finanziaria che spadroneggia sul Paese da almeno il 1992 (anno dei famosi accordi del “Britannia”).
Il secondo ostacolo che sta incontrando Monti è la verità. Tutti i cittadini-lavoratori sopra citati si stanno mobilitando per far comprendere ai propri concittadini che la campagna mediatica messa in campo, non dice la verità. Proprio perchè i vari talk-show televisivi e radiofonici non danno spazio al contraddittorio – o lo limitano fortemente, rendendolo un accidente – le associazioni di rappresentanza ed i lavoratori in prima persona, stanno dando luogo ad un vero e proprio sistema informativo parallelo attraverso l'uso dei social network, volantinaggi, passaparola.
Il terzo ed ultimo ostacolo per Monti è rappresentato da quella qualità ontologica propriamente umana che si chiama coscienza. Questa è il mare dentro cui il fiume della verità trova sbocco: lo trova in diversi parlamentari, in alcuni giornalisti, in molti concittadini.
Dunque, non è chissà quale magica forza dei tassisti a fermare Monti, ma questo mix di democrazia, verità e coscienza che sta impedendo al Paese di esser definitivamente – ed inutilmente – messo nelle mani degli squali della finanza!
Claudio Giudici
Presidente Uritaxi Toscana

giovedì 8 dicembre 2011

Spegnere subito il fuoco appiccato dai banchieri o andrà a fuoco tutto!


Oltre le apparenze, la deregolamentazione (liberalizzazione dicono per renderla vendibile) del trasporto pubblico non di linea è stata avviata con la manovra Monti. Non vederla sarebbe da ingenui. Non siamo di fronte ad una liberalizzazione radicale come previsto nella versione originaria della bozza di manovra. Più tatticamente, il Governo ha avviato un processo che è facile pensare si svilupperà su due momenti: 1) quello attuale dove viene strutturato il contenitore formale che consente ai grossi gruppi di entrare nel settore; 2) uno modulare, dove si lascia al "mercato" la possibilità di riempirlo, ma laddove non ce la faccia da sè, saranno sempre possibili nuovi interventi di maggior deregolamentazione. L'importante, per il Governo, è buttare giù il muro rappresentato dai cardini della legge quadro 21/1992, che ha consentito di rendere il servizio taxi italiano, come comprovato dalle più recenti indagini a riguardo (Ubs 2009, Fia 2011), tra i migliori d'Europa per qualità, efficienza, economicità, democraticità dell'organizzazione lavorativa (il settore è difatti tra i pochi, o l'unico in Italia, che in sostanza sia ad “azionariato” dei lavoratori), impedendo ai grossi interessi finanziari la possibilità di entrarvi e controllarlo.

Cosí, per cominciare, l'art. 34 della manovra scardina alcuni pilastri della normativa del trasporto pubblico non di linea: elimina il principio di territorialità (sarà l'anarchia a cui seguirà un generale abbassamento della qualità del servizio e con particolari effetti negativi per l'utenza delle zone periferiche); consente a qualsiasi forma giuridica la possibilità di entrare nel settore (in potenza ed in prospettiva, anche società di capitali); apre forti dubbi in materia di tariffazione minima; apre forti dubbi circa una liberalizzazione delle autorizzazioni n.c.c., imputando un ruolo di filtro all'Authority sulla concorrenza e sottoponendo il settore ad un grado d'incertezza non tollerabile per nessuna attività d'impresa.

Oltre ogni dubbio, la manovra esclude dalla deregolamentazione i servizi finanziari e quelli di comunicazione, e le libere professioni (già colpite dalla manovra del precedente Governo); allo stesso modo, non esclude peró il trasporto pubblico non di linea.

Si pone un problema più ampio di coordinamento complessivo tra le due manovre (l'attuale e l'ultima del precedente Governo) che dovrà essere risolto, molto probabilmente, in sede di conversione del decreto.

In sostanza, hanno appiccato il fuoco alla casa e sarebbe da sciocchi dire: "Tranquilli, prende fuoco il primo piano; noi siamo al secondo!".

Alla luce di ciò, è bene non sottovalutare la gravità del processo messo in atto. Il clima politico e sociale impone un altissimo livello di guardia da parte di tutti i lavoratori del settore e delle loro organizzazioni rappresentative, attraverso il ricorso ad ogni democratica forma di manifestazione del dissenso finchè non sarà ottenuto il ripristino totale delle regole vigenti sin ora nel settore del trasporto pubblico non di linea (taxi ed n.c.c.).

O spengiamo subito il fuoco appiccato dai banchieri o andrà a fuoco tutto il settore!

Claudio Giudici
Presidente Uritaxi Toscana

mercoledì 12 ottobre 2011

L'Autorità “indipendente” dei trasporti: costose poltrone che svuotano la democrazia

Sotto il titolo-maschera di “Progetto delle imprese dell'Italia”, Confindustria, Abi (le banche) ed Ania (le assicurazioni) stanno continuando a capeggiare un movimento che di manifesto in manifesto mira ad importare definitivamente in Italia quel disegno che metterebbe l'economia italiana e la nostra democrazia sotto il controllo di una ristretta élite che da anni contribuisce ad impoverire l'intera società italiana, assecondando quei distruttivi processi che vanno registrandosi in modo anche più radicale fuori dai nostri confini.

A questo manifesto aderiscono anche l'Alleanza delle cooperative italiane e, attraverso il blocco di Rete Imprese Italia, Casartigiani, Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confesercenti, lanciano un manifesto che propone: riduzione della spesa pubblica e riforma delle pensioni, riforma fiscale, cessioni del patrimonio pubblico, liberalizzazioni e semplificazioni ed infrastrutture ed energia (quest'ultimo punto dovrebbe essere il primo perchè elemento di base per ogni sana economia!).

Per quanto ci riguarda più nello specifico, ossia le liberalizzazioni, la proposta truffa lanciata da questo manifesto è quella dell'istituzione di un'Autorità indipendente dei Trasporti. La proposta è tanto strumentale ed incoerente con la complessiva visione d'insieme, da lasciare interdetti.

Infatti, da un lato si richiede la riduzione dei costi della politica, ma dall'altro si chiede la nascita dell'ennesima Autorità “indipendente” che costerebbe qualche milione di euro ai contribuenti (si pensi all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che solo per i 5 membri del collegio direttivo ci costa oltre 2 milioni di euro). Ma la proposta è incoerente anche dal non secondario punto di vista del crisma democratico che istituti di tal genere hanno.

Da più pulpiti, anche le rappresentanze aderenti a questo manifesto, hanno denunciato l'assenza in Italia di una legge elettorale “democratica” per il Parlamento, dove dei poco democratici nominati sostituirebbero dei ben più democratici eletti: da qui, anche secondo loro, la necessità del ritorno alle preferenze. Poi però, quando si tratta di scelte sostanziali per il governo dell'economia, pensano bene di ricorrere ad una Autorità “indipendente”: indipendente dal corpo elettorale ma non certo da quei ristretti interessi che, finchè il voto sarà di uno per testa e non in base al censo (!), possono avere molta più capacità di pressione su organismi tecnici piuttosto che su organismi politici!

Insomma, questa trappola dell'Autorità “indipendente” dei Trasporti non è altro che il solito modo per consentire di trasferire il controllo di questo settore economico da forze politiche democraticamente elette a tecnocrati ubbidienti a noti interessi finanziari.

Claudio Giudici
Direzione nazionale Uritaxi

giovedì 7 luglio 2011

Cgil converrà con noi che allarmare inutilmente i tassisti sia meschino

Rispondo al documento di Unica taxi Cgil che mi tira in ballo in relazione al nostro comunicato “tranquillizzatorio” relativo alla fantomatica liberalizzazione del settore. Invero, da parte nostra non ci siamo riferiti espressamente ad essa, non avendone gli elementi. Tuttavia, excusatio non petita accusatio manifesta.


Secondo Unica taxi Cgil non vi sarebbe stata alcuna disinformazione ed il nostro documento sarebbe comprensibile solo alla luce della “venerazione” che il sottoscritto avrebbe per Tremonti.

Procediamo per gradi.

Il problema è stato che i colleghi, iscritti e non ad Uritaxi, ci hanno inondato di telefonate allarmate per una presunta liberalizzazione di cui la bozza di manovra finanziaria non parlava e di cui si andava parlando in piazza. Come fatto subito presente ai colleghi, la bozza parlava esplicitamente di “professioni”e dunque non poteva riguardarci, perché non rientriamo tra il novero giuridico delle professioni. Non è un caso che la bozza di manovra precisasse quali professioni ne fossero escluse (avvocati, architetti, commercialisti, farmacisti, autotrasportatori ed altre); non a caso tutte professioni obbligate alla tenuta di un albo (sì esiste anche l'albo degli autotrasportatori!).

Ma allora il Presidente nazionale Uritaxi Loreno Bittarelli – visto che questo Unica Taxi Cgil precisa – perchè aveva convocato il Parlamentino taxi? Perchè lui quel giorno si trovava lontano da Roma, ed era anch'egli stato colto da una caterva di telefonate che gli dicevano che qualcuno in piazza stava facendo il birbone diffondendo allarmismo tra i colleghi. Pur rilevando sin da subito che la bozza di manovra finanziaria, parlando di “professioni”, non ci riguardava, onde evitare equivoci interpretativi, ha ritenuto importante levar il vin dai fiaschi e convocare un Parlamentino in materia. Ma già il giorno dopo, con documento datato 1 luglio, Bittarelli comunicava:

Cari Colleghi, abbiamo sicuramente fatto bene ad attivarci per approfondire i contenuti e monitorare gli sviluppi della manovra finanziaria 2011 in approvazione del Consiglio dei Ministri, ma come noi sostenevamo sin dall’inizio, le abrogazioni delle restrizioni all’accesso delle professioni riguardano, come del resto era scritto sulla bozza, “le professioni previste dall’Ordinamento vigente” che quindi non c’entrano nulla con i taxi e gli ncc, perché le “libere professioni” sono quelle regolamentate attraverso un Ordine. Sempre alle stesse professioni erano quindi da riferire le doppie sedi e quant’altro. Era quindi corretto non creare in Categoria inutili allarmismi o strumentalizzazioni di pura natura politica, anche perché si trattava soltanto di una bozza di decreto che sarebbe dovuta passare con i vari emendamenti prima all’approvazione del Consiglio dei Ministri, poi al Senato e poi ancora alla Camera.”

Quindi, io convengo con Bittarelli che si è trattato eccome di disinformazione e strumentalizzazioni! In ogni caso Unica Taxi Cgil converrà sicuramente con noi sul fatto che allarmare la categoria e giocherellare con la rabbia e le paure di chi lavora, non sia il giusto modo di operare per nessun organo di rappresentanza.

Su Tremonti si rischia di fare accademia. Il partito dei liberisti è trasversale come dice Unica Taxi Cgil? Può essere, ma è sofistico affermare ciò. Cerchiamo piuttosto di comprendere dove sia dominante … Tuttavia, per chiarezza, non esistono garanzie a vita in materia, perchè come Unica Taxi Cgil sa bene, siamo dentro un macro-processo guidato dalla finanza internazionale, che mira a schiacciare ogni tentativo protezionistico delle economie nazionali. Ciò che resta a noi cittadini è la libertà di pensiero di cogliere la verità delle questioni: liberalizzare serve solo a trasferire in mano a grossi interessi speculativi degli assets dell'economia reale, che rappresenteranno il sottostante su cui creare strumenti finanziari utili a rifinanziare la bolla speculativa globale (che come vediamo anche solo con gli ultimi casi di Irlanda, Grecia, etc. sta esplodendo).

Claudio Giudici
Presidente Uritaxi Toscana