La grande manipolazione culturale creata dalla fine degli anni '60 è quella per cui l'economia debba essere rimessa alla famosa "mano invisibile" di Adam Smith, piuttosto che alle coscienti scelte del regolatore politico. Tutta la ricostruzione post-bellica e le Costituzioni da cui essa è partita, è invece il rifiuto di questa falsità, dietro cui in realtà si cela la legge del più forte. Oggi, è con il termine liberalizzazione che si vende questa legge, a tutto dispetto della crescita dell'economia fisica e di un ordine più giusto.



giovedì 29 luglio 2010

Lettera aperta al Presidente della Commissione ambiente e mobilità, Eros Cruccolini

 Firenze, 28 luglio 2010

Egr. Presidente Cruccolini,

la lettura dell'intervista rilasciata al Corriere Fiorentino di domenica 25 c.m., nonché quanto da Lei ribadito durante la seduta del Consiglio Comunale del 26 c.m. ed in ulteriori occasioni radiofoniche, ci vedono costretti a richiederLe una rettifica e pubbliche scuse per quelle che consideriamo infamanti, irrispettose ed irresponabili affermazioni a danno della categoria dei tassisti fiorentini, delle cooperative taxi, dell'istituto cooperativistico così come costituzionalmente tutelato e del principio di autonomia da cui è dominato, e delle condizioni di difficoltà in cui versano tutti i lavoratori del settore, in quanto semplicmente non corrispondenti a verità.

Considerare le cooperative taxi, invece che l'unione delle forze che i piccoli imprenditori artigiani del trasporto taxi si danno, dei “poteri forti” in grado di condizionare il principale partito della maggioranza consiliare a Firenze, è un'assurdità che cela una latente volontà – proveniente dai più disparati settori, ma che non dovrebbe avere a che fare con la tradizionie culturale e politica a cui Lei dovrebbe ispirarsi – di togliere ogni diritto di parola alla società civile. La Sua dichiarazione è tanto irresponsabile, demagogica e qualunquista da offendere non soltanto i diretti destinatari della stessa, ma lo stesso istituto della cooperazione (art. 45 Cost.), che in quanto ontologicamente espressione dell'unione delle forze di tante piccole atomizzate soggettività, è di per sé un qualcosa che mira a dare più voce a chi altrimenti sarebbe invisibile ed inascoltato. Tutto ciò, però, non dà a Lei ed a nessuno, il diritto di confondere e spacciare per “condizionamento” ciò che è mero esercizio del diritto di libera manifestazione del pensiero (art. 21 Cost.) e specificazione del diritto di associazione (art. 18 Cost.).

Riteniamo altrettanto offensivo ed irrespettoso delle condizioni reali di tutti i lavoratori della categoria, l'essersi eretto, come Lei ha fatto, a paladino di un ristretto – ma in ogni caso, da noi rispettato – gruppo di colleghi (i 60 titolari di licenza “S”), facendoli passare come gli unici lavoratori della categoria a trovarsi in difficoltà. Purtroppo, nonostante le molteplici segnalazioni – erano anche questi condizionamenti dei poteri forti?! – che Le abbiamo rivolto, non ha voluto sentire le ragioni di tutti quei lavoratori della categoria che sono anch'essi in grave difficoltà, ed in particolare di quegl'almeno 200 colleghi che, perchè neo-tassisti e/o perchè aderenti a forme di impresa familiare (e dunque con disponibilità di orario lavorativo inferiore agli stessi licenziatari di licenza “S”), si trovano in condizioni reali ben più difficoltose rispetto ai colleghi titolari di licenza “S”. Tuttavia, questi, mai si sono sognati di fare pressioni sull'Amministrazione affinchè nuove regolamentazioni più favorevoli a loro, ed in danno degli altri colleghi, potessero ottenere.

Siamo dunque a richiederLe, a nome di tutti i lavoratori che rappresentiamo, delle pronte scuse ed una celere rettifica a mezzo stampa.

Cordiali saluti ed auguri di buon lavoro.

Per Cotafi: Valter Del Bene
Per Socota: Massimo Materassi
Per Uritaxi Firenze: Claudio Giudici
Per Unica Taxi Cgil: Roberto Cassigoli
Per Uil Trasporti: Lanfranco Ricci
Per Sitafi Cisal: Fabio Machiavelli

martedì 20 luglio 2010

15.07.10 - Sull'Assemblea generale, il Cut e l'Amministrazione Renzi

L'Assemblea generale
Per quanto possa essere stata calda ed animata l'assemblea di ieri, essa non può considerarsi l'emblema di un deficit di rappresentatività di questa o di quella organizzazione – sono semmai altri i fattori che lo segnano – , quanto piuttosto un momento di ampio coinvolgimento di un intero corpo sociale, che le stesse organizzazioni sindacali hanno ritenuto opportuno chiamare a raccolta su una questione fortemente sentite. E' stata molto importante la convocazione di questa assemblea, vista la partecipazione avutasi e viste le iniziative spontanee del corpo sociale (che al massimo possono avere visto contributi di dettaglio di alcuni rappresentanti, tra cui i nostri). I tassisti hanno dato un segnale molto forte a tutte le rappresentanze; ora dovrà vedersi con quanta convinzione e costanza saranno capaci di mantenere questo segnale nel tempo e nelle debite sedi.

In merito al Cut
Uritaxi circa sei mesi fa è uscita dal Cut per provare a dare una scossa ad una cancerosa situazione di stallo, in cui secondo noi è venuta a trovarsi la categoria negli ultimi tempi. L'uscita dall'organismo di coordinamento, tuttavia, non voleva e non ha voluto dire chiudere le porte del dialogo con le altre rappresentanze sindacali, ma più semplicemente valutare come non più performante, in un dato momento, uno strumento che dietro l'istanza positiva dell'unità, vedeva troppe volte concludersi le iniziative con un “ci abbiamo provato”, e dove, vittime del “mal comune mezzo gaudio”, si finiva col depotenziare le rappresentanze di quella motivazione necessaria al raggiungimento degli obiettivi. Oggi, vista la delicatezza percepita e potenziale della questione “licenze S”, Uritaxi ha ritenuto non di rientrare nel Cut, ma di rinserrare le fila assieme alle altre rappresentanze, riconoscendo all'unità la sua dovuta primazia per questa specifica questione.
Molte altre questioni le tratteremo da soli, ma senza precludere l'incontro con quelle strade che riterremo autenticamente unitarie ed efficaci.
Spero che queste parole non siano banalmente o pretestuosamente interpretate come una presa di distanze, ma piuttosto come la semplice risposta a chiacchiericci che rendono solo merito a chi li fa.

In merito all'Amministrazione Renzi
Unica Taxi Cgil ci ha amichevolmente apostrofati in questi termini: “... sembra infatti cessare l'empatia generazionale, manifestatasi in alcune fasi degli ultimi mesi, tra questa Amministrazione e alcuni rappresentanti accreditati di Uritaxi.” Ieri, durante l'Assemblea il tema è stato ripreso, ma non mi pareva il caso di lasciar spazio a repliche personalistiche.
Secondo me Unica Taxi si sbaglia due volte: 1) l'empatia generazionale è tuttora in vigore; 2) questa empatia non era tra l'Amministrazione Renzi ed alcuni rappresentanti accreditati Uritaxi, ma semplicemente unidirezionalmente (senza reciprocità cioè) di alcuni rappresentanti accreditati Uritaxi, verso tutto ciò che nell'Amministrazione Renzi segna discontinuità nel modo di pensare e di agire da ciò che c'era prima, e che non ci era piaciuto affatto, come avemmo modo di dire all'Assessore Cioni – pur non ritrovando in lui il simbolo di quella stagione culturale e politica, ma semmai un gaucho che molte volte era capace di annaffiare di senso comune, le tendenze pro-sistema della subcultura radical chic. Infatti, credo che simpatia fino a prova contraria vada offerta alle giovani generazioni adulte che sì ancora hanno molto da dimostrare, ma che sono naturalmente accompagnate dalla motivazione a fare, migliorare, guardare fiduciosi al futuro. Diversamente, sfiducia fino a prova contraria, va offerta alle vecchie generazioni che nella putrida brodaglia attuale ci hanno accompagnato (e non mi riferisco al settore taxi in particolare, che invece importanti pilastri – si pensi a quello della piccola imprenditoria – mantiene).
Quello che vediamo continueremo a dirlo, a prescindere dal fatto che piaccia all'Amministrazione fiorentina. Se sul fronte della semplificazione della vita cittadina vediamo il rifacimento delle strade con un aumento dei lavori notturni, la pulizia stradale con tecnologie che facilitano la vita della gente, il progressivo aumento delle porte telematiche con sistema a semaforo, un crescendo costante di iniziative commerciali e culturali (richiamanti la letteratura e l'arte classica), la rottura (per ora verbale) del tabù dello sfruttamento viabile del sottosuolo, perchè non gioire di tutto ciò, a prescindere da chi ne sia il regista politico? Diversamente se vediamo aumentare fenomeni organizzati dalla criminalità, come la prostituzione a livelli che ricordano quelli della Salaria alle quattro del pomeriggio, oppure l'accattonaggio coartato di giovani (talvolta adolescenti) storpi, oppure non vediamo decollare le annunciate infrastrutture, o insoluti tutti i problemi che riguardano il settore taxi con il protrarsi e l'avvio di pratiche che violano la legge, con soluzioni inspiegabili – tanto da spiegarsi solo con ipotesi che non nobilitano i destinatari, ma che sono le uniche possibili secondo ragione – perchè non denunciarlo?

Claudio Giudici
Presidente Uritaxi Firenze

martedì 6 luglio 2010

Un +4,8% per i cittadini; un +50% per alcuni tassisti!

Quanto rischia di essere deciso dal Consiglio comunale fiorentino ha tutto il sapore del privilegio e delle leggi ad personam così tanto odiate.
Le 360 ore di servizio radiotaxi in più, sbandierate sui media locali dal Vicesindaco Nardella, rappresentano in sostanza un aumento del servizio taxi di appena il 4,8%. Tanto è irrisorio questo aumento, che conferma quanto è sotto l'evidenza di tutti: non esiste alcuna carenza di servizio taxi a Firenze. D'altronde, tutti i dati di settore lo confermano, e non a caso il servizio taxi fiorentino è considerato a livello nazionale in assoluto il migliore.
Il dato che fa veramente scalpore è che con questo provvedimento preso dall'Amministrazione Renzi, 60 tassisti vedranno aumentare la loro redditività di oltre il 50%, in quanto il turno di lavoro passerà dalle attuali 8 ore (di cui 5 con radiotaxi) a 12 ore (tutte con radiotaxi) nel giro di 10-12 mesi.
C'è da chiedersi del perchè di questo regalo fatto a questi 60 tassisti, in danno agli altri 594. Le ipotesi da mettere sul tavolo sono tre: 1) un capriccioso approccio snobbistico dell'Amministrazione alla questione, secondo la quale non sarebbe “bello” – seppur la fase di crisi del settore suggerisca l'inopportunità sostanziale di questa opzione – avere due tipologie di taxi a Firenze (come invece prevedeva il concorso di tre anni fa per l'assegnazione di nuove licenze taxi); 2) l'Amministrazione Renzi sta cadendo nel bluff portato avanti dalle rappresentanze dei 60 tassisti che beneficeranno del provvedimento, legatamente alle questioni inerenti al giudizio pendente di fronte al Consiglio di Stato; 3) alla luce della lettera pubblicata qualche mese fa su Il Giornale della Toscana a firma del Presidente di Confartigianato Taxi, dove si parlava di promesse fatte durante la campagna elettorale, e considerato che il 90% di questi 60 tassisti fa parte di questo sindacato, sorge spontaneo chiedersi che legame vi sia tra l'Amministrazione Renzi e Confartigianato.
Almeno una di queste tre ipotesi, nasconde il vero motivo di questo provvedimento.

Claudio Giudici
Presidente Uritaxi Toscana

sabato 3 luglio 2010

Interrogazione della Consigliera comunale Giocoli (PdL) sulla delibera licenze straordinarie S

INTERROGAZIONE

Oggetto: interroga il Sindaco in merito alla proposta di delibera 2010/00322 Licenze per l’esercizio del servizio taxi -determinazioni

Il sottoscritto Consigliere Comunale,
vista la proposta di delibera 00322/2010 dal titolo Licenze per l’esercizio del servizio taxi –determinazioni
vista l’urgenza determinata dalla prossima discussione in aula del provvedimento

INTERROGA IL SINDACO PER SAPERE

1) Se corrisponde al vero che vi è in atto una transazione che prevederebbe il pagamento di una sorta di risarcimento che verrebbe liquidato dai 60 titolari di licenze gialle in favore dei soggetti che hanno proposto ricorso davanti al Consiglio di Stato avverso il bando di concorso del Comune di Firenze
2) Se in virtu’ di tale transazione il Comune e i tre ricorrenti abbandonerebbero il giudizio in corso
3) quali sono le motivazioni per cui viene proposta al consiglio comunale la predetta delibera in tutta fretta senza aspettare l’esito della sentenza del Consiglio di Stato
4) se corrisponde al vero che oggetto del ricorso è solo una valutazione dei titoli e delle prove dei tre non vincitori
5) se corrisponde al vero che 16 o 17 titolari di licenze ordinarie che erano in collaborazione familiari con titolari di licenze “gialle “abbiano già provveduto a trasferire la licenze in questi ultimi mesi
6) se corrisponde al vero che 50 dei 60 titolari di licenze cd gialle erano già collaboratori familiari di tassisti ordinari
7) se è intenzione dell’AC porre delle limitazioni ai titolari di licenze ex gialli in caso di cessazione dell’attività
8) se è intenzione dell’AC ritirare in tal caso le licenze vietando il trasferimento tra privati
9) se corrisponde al vero che due dei 60 titolari di licenze gialle siano in procinto di trasferire ad altri privati la licenza una volta approvata la delibera dal consiglio comunale


il consigliere comunale

Bianca Maria Giocoli

venerdì 2 luglio 2010

Sulla mozione Fittante-Pugliese

Egrr. Consiglieri Fittante e Pugliese,

nonostante la mozione sul servizio taxi che riproponete, con una evanescente integrazione, si caratterizzi per un approccio evidentemente ideologizzato ed astioso nei confronti dei lavoratori che mi trovo a rappresentare, voglio provare comunque a sottoporvi alcune riflessioni in merito alle questioni che ponete.

Il primo aspetto che mi pare evidente è lo spirito che pervade tutta la mozione: il servizio taxi fiorentino non funziona. Si prevedono infatti: un aumento del numero delle licenze nei prossimi 5 anni, istituti di monitoraggio, aumenti del numero delle ore di servizio per parte della flotta, conversioni tecnologiche delle vetture, inasprimento delle sanzioni per violazioni regolamentari.

La mozione poggia in modo evidente su basi che non tengono conto della situazione reale del settore, sia dal lato del lavoratore che da quello dell'utente. Essa infatti parla di “continue disfunzioni del servizio, verificatesi in molteplici situazioni e sempre più oggetto di segnalazioni di protesta da parte dei cittadini (attese di circa 30 minuti in alcuni punti chiave come la Stazione ferroviaria e l’Aeroporto e nei grandi eventi e manifestazioni fieristiche) [!!!!] e considerando "la quasi" impossibilità di reperire un taxi in un tempo accettabile durante le giornate di pioggia e nelle prime ore della mattina e della notte [!!!]”. Se per il passato, ed in ogni caso per eccezionali e particolari situazioni, ciò poteva avere una qualche attinenza con la verità, oggi ricostruire la condizione del servizio taxi in questi termini è quanto di più lontano dalla realtà e frutto di un evidente approccio ideologico al settore.

Il testo della mozione fa riferimento in modo sintetico ad alcuni dati relativi al tasso di presenza taxi per abitante, ma non tiene conto della specificità fiorentina: ogni taxi ha un turno di servizio di 12 ore (a Roma per esempio ne ha 8), più altre 12 ore di “flessibilità” che entrano in funzione durante le fasi di esplosione del lavoro. E' purtroppo vero, che nell'ultimo biennio l'entrata in funzione delle 12 ore di “flessibilità” è stata un caso più unico che raro. L'entrata in stato di disuso del taxi multiplo – che ha come sua precondizione funzionale l'accumulo di utenza, per esempio, alla stazione (cosa che di fatto non si verifica più, se non per pochissimi minuti) – è una conferma indiretta del venir meno della possibilità di sfruttare la “flessibilità”.

Ed è proprio per questa ampiezza del turno di lavoro che a Firenze ha potuto diffondersi l'impresa familiare (uso del taxi da parte di 2 o più soggetti), facendo crescere il tasso reale di densità dei taxi per abitante a livelli prossimi a quelli di Roma (ma superiori in rapporto alla superficie cittadina ed al flusso turistico triplo di Roma) e superiori rispetto a Bologna e Torino.

Ed infatti, la situazione odierna reale in merito alla qualità del servizio taxi fiorentino è la seguente: le chiamate vengono evase nell'80% dei casi entro i 3 minuti; nel 92% dei casi entro i 5 minuti (dati annuali 2009 – Ufficio studi Uritaxi); tempo medio tra attesa (per il lavoratore e non per l'utente … ) e conclusione del servizio aeroportuale: 100 minuti (1- i 20 euro di tariffa fissa dovrebbero dare convenienza economica a tale intervallo di tempo; 2 – se il transfer per l'aeroporto con Ataf costa per 4 persone 20 euro, come si può considerare esoso a 20 euro il transfer in taxi?); posteggio taxi della stazione centrale costantemente colmo di vetture.

Lontani dalla tentazione di cadere nella facile demagogia di attaccare una delle due categorie più odiate dai cittadini (indagine Codacons 2008: al primo posto i benzinai … non petrolieri e banchieri, neanche messi tra le opzioni di scelta, ma benzinai e tassisti!), dovremo intanto guardare a questa situazione reale.

Alla luce di tutto ciò, possiamo commentare la parte prescrittiva della mozione.

Al punto 1) essa prevede l'allineamento delle licenze “S” a quelle ordinarie. Non badando in alcun modo alla situazione reale dei lavoratori, la proposta avvantaggia quella parte dei lavoratori che si trovano nelle condizioni più fortunate (in quanto detentori di una licenza conseguita tramite concorso e, per circa il 90% dei casi, già conduttori in impresa familiare titolare di licenza taxi).

Al punto 2) si richiede un qualcosa che dal punto di vista tecnico è insussistente.

Al punto 3), si richiede un osservatorio di monitoraggio del servizio, ossia un qualcosa di già previsto dalla legge Bersani (la commissione consultiva), ma con la variante di tenere escluse dall'organo, le società dei taxi. Evidentemente si ritiene la presenza minoritaria delle rappresentanze dei tassisti in questa commissione, così “pericolosa” da ritenere necessario togliergli ogni diritto di parola. Mi permetto di suggerire, vista la forza di questo impeto separatista in relazione a chi deve essere controllato e chi deve controllare, di fare un medesima proposta in Consiglio comunale, affinchè il Parlamento intervenga in merito alle funzioni di controllo che la Banca d'Italia deve esercitare sul sistema bancario, visto che essa è partecipata per circa il 95% da banche private e di cui dunque il suo Governatore ne è univoca espressione!

Comunque, in merito alla trasparenza del servizio, mi si consenta di ricordare la più volte manifestata intenzione da parte delle rappresentanze di categoria, di procedere verso una maggior trasparenza del servizio. A questo proposito, dunque, potreste sollecitare l'Assessorato allo sviluppo economico a dare effettiva esecutività alla delibera del Consiglio comunale del febbraio scorso per la trasparenza dei servizi di trasporto persone, ed a cui l'ultima proposta di delibera Nardella sul settore taxi fa meritoriamente riferimento.

La mozione, ripete poi, in merito alla trasparenza tariffaria, quanto già previsto appunto dalla delibera del febbraio scorso, ma procede verso un odioso accanimento sul fronte dell'inasprimento delle sanzioni. Questo inasprimento appare frutto di un approccio stereotipato, preconcetto, ideologico al settore, soprattutto se considerato che in merito al trasporto pubblico persone esiste un'emergenza truffe, che però riguarda il noleggio con conducente, che nella maggioranza dei casi sviluppa la propria operatività violando i presupposti di legge (divieto di posteggio su piazza, obbligo di rientro in rimessa, inizio del servizio dal comune autorizzatorio) e giocando di sponda con altre realtà economiche che abusando dell'affidamento del turista, estorcono cifre da capogiro (su cui però l'establishment culturale-politico-mediatico continua a tacere ed anzi a favorire su tutto il territorio nazionale). Qui sì che sarebbe opportuno richiedere l'inasprimento delle sanzioni!

Il punto 4) prevede: “aumento graduale, nei prossimi 5 anni, di un 10% delle licenze da destinare a veicoli a tasso di inquinamento ridotto.” Non mi è chiaro – soprattutto alla luce dell'inciso riportato successivamente tra parentesi – se intendiate aumentare la flotta con veicoli a basso tasso d'inquinamento (portandola dunque a circa 720 taxi), oppure favorire il processo di conversione di un 10% delle 654 licenze operative. Scommetterei sulla prima opzione … Se così, la previsione di un maggior fabbisogno di mezzi, è quanto mai ottimistica alla luce della debolezza dell'economia nazionale, europea e globale e delle prospettive che la instabilità dell'euro a la criticità della situazione finanziaria internazionale lasciano presagire. Nel secondo caso, invece, si tratta di un processo già in atto nel settore, sia per la necessità dell'abbassamento dei costi di gestione, sia per una maturata sensibilità “ecologista” (crescono in modo prepotente gli acquisti di Toyota Prius, e vetture a metano).

Al punto 5) si parla di “campagna di sostegno” (formula che non concretizzo chiaramente) per la conversione delle vetture in mezzi a basso impatto ambientale. Idem come sopra, ma se il processo viene aiutato concretamente dal pubblico, ben venga questa iniziativa.

Il punto 6) è opportuno riportarlo integralmente: “intraprendere un’iniziativa presso il Governo ed il Parlamento per modificare la legge n. 21 del 15.1.1992 in modo da eliminare le forti sperequazioni esistenti nelle varie città italiane sul valore effettivo delle licenze e sulle relative modalità di trasferimento” che è quanto di più funzionale possa esserci per mettere il settore in mano a quel ristretto oligopolio che il testo originario del decreto Bersani mirava a fare, ripetendo la “gloriosa” operazione compiuta già col commercio, col primo decreto Bersani. Mi permetto di definire velleitaria questa proposta, in quanto sarebbe un po' come proporre di eliminare le forti sperequazioni esistenti nelle varie città italiane tra gli esercizi economici o tra gli immobili.

Il punto 7) mira a creare il comprensorio, ripetendo dunque l'errore fatto in altre parti del mondo, dove con l'ampliamento delle zone di operatività tutti i taxi tendono naturalmente a collocarsi nel punto di maggior attrazione (il centro cittadino) finendosi così col raggiungere il risultato diametralmente opposto a quello auspicato, ossia privare di taxi le zone più lontane dal centro cittadino. Magie del liberismo … Un'operazione di questo tipo, affinchè non raggiunga risultati diametralmente opposti a quelli sperati,n potrebbe essere studiata solo in caso di una rigida regolamentazione.

A questo proposito è utile aprire una parentesi in merito alla genesi ed all'evoluzione storica del d. lgs. 114/98 più conosciuto come primo decreto Bersani sul commercio, che, proprio come avverrà con il punto 7) della vostra mozione, ha portato a concretizzare fini diametralmente opposti a quelli che vi riproponete.

Si arrivò a quel decreto dopo anni di martellamento del piccolo commercio (gli anni '80 rappresentarono la messa alle corde del mondo operaio; gli anni '90 la disintegrazione del piccolo commercio; con i primi anni del nuovo millennio si punta a colpire le professioni; il processo dunque colpisce progressivamente tutto il mondo del lavoro, favorendo sempre più i processi di sfruttamento a basso costo del mondo del lavoro e di concentrazione oligopolistica da parte di multinazionali, catene commerciali, studi professionali transnazionali: tutti ben partecipati dal settore finanziario). Con l'introduzione già nel 1992 da parte del Governo Amato della minimum tax si creò il presupposto per l'impoverimento ed il conseguente indebolimento dell'intero settore della piccola distribuzione, già in difficoltà per il periodo di recessione economica che riguardò il quinquennio '87-'92. Il decreto Bersani, dunque, non trovò grosse resistenze da parte dei commercianti, i quali erano stati indeboliti sia sul fronte economico che su quello morale (erano sistematicamente bollati come evasori). Il decreto Bersani poggiando sull'istanza demagogica di puntare a far sì che “l'anziana signora potesse avere sotto casa ogni genere di negozio” invece di esser costretta a lunghi spostamenti, e dunque mirante ad una più capillare distribuzione dei prodotti sul territorio, promosse l'eliminazione dell'obbligo del rispetto delle distanze tra attività del medesimo genere merceologico. Grazie all'eliminazione di tale vincolo, le grosse catene commerciali poterono cominciare ad aprire in prossimità di quelli che oggi con formula esotica, vengono chiamati centri commerciali naturali. Grazie alle enormi disponibilità finanziarie di queste catene, nonché alle linee di credito ultra-merito a queste concesse, queste ammazzarono la concorrenza fino ad arrivare a detenere oggi il 70% della distribuzione commerciale. Conseguentemente, ne derivò la moria delle piccole attività commerciali, ed il fine che il Bersani si proponeva – ossia favorire una più capillare distribuzione commerciale sul territorio – fu diametralmente quello opposto. Se dieci anni fa avevi tre negozi di sport in prossimità della tua abitazione, oggi ne hai uno a qualche chilometro di distanza, ben detenuto da qualche catena commerciale che non ha il problema dell'evasione, perchè nel frattempo i sistemi fiscali sono stati aggiornati, trasformando in legale ciò che prima era evasione, oppure consentendo quelle tecniche di transfer pricing che sono precluse ai piccoli, e che di fatto consentono di non pagare le tasse. Non dimenticando che la loro produttività è stata nel frattempo avvantaggiata della liberalizzazione del mercato del lavoro, che gli consente di avere dei costi fissi per il personale, ben più bassi rispetto a prima.

Magie del liberismo appunto.

Il punto 8) prevede di modificare l’attuale regolamento di rilascio delle licenze che, prevedendo un bonus per i “collaboratori familiari” crea di fatto dei privilegi per alcuni e una palese ingiustizia nei confronti di tutti gli altri cittadini che vogliono partecipare alla gara di assegnazione delle licenze, ma non tiene presente che si tratta di una previsione regionale e che non mira a dare vantaggio ai familiari, ma a chi ha già esercitato l'attività, così come in ogni altro settore economico, per semplice rigor di logica. L'art. 10, co. 3 della d.c.r. 131/95 recita:

“L'avere esercitato servizio di taxi in qualità di collaboratore familiare e/o sostituto alla guida del titolare della licenza per un periodo di tempo complessivo di almeno sei mesi, ovvero essere stato dipendente di una impresa di noleggio con conducente per il medesimo periodo, costituisce titolo preferenziale ai fini del rilascio della licenza per l'esercizio del servizio di taxi o dell'autorizzazione per l'esercizio del servizio di noleggio da rimessa.”

Il punto 8) è condivisibile poiché parla di rapporti di monitoraggio sul servizio taxi.

Alla luce di tutto ciò, la mozione ha una evidente ispirazione ideologica: orwelliana nei presupposti che la ispirano, completamente incurante della normativa di settore, incompetente dal punto di vista economico. Essa non tiene conto della situazione reale del settore e non tocca in alcun modo i punti veramente utili a migliorare il già ottimo servizio taxi fiorentino (a detta dei fruitori abituali del servizio): la viabilità, considerata tra le peggiori a livello nazionale ed internazionale; il proliferare esternamente al settore taxi, di forme di trasporto truffaldine che si riverberano negativamente sul servizio pubblico.

Ringraziando per l'attenzione, porgo auguri di buon lavoro e resto a disposizione per un eventuale confronto o semplici chiarimenti.


Claudio Giudici
Presidente Uritaxi Toscana
COMUNICATO
In merito alle affermazioni del Consigliere Fittante

Firenze, 01.07.10.

Parlare di “intimidazione”, come ha fatto il Consigliere comunale Giovanni Fittante in merito al comunicato con cui le organizzazioni sindacali dei tassisti hanno segnalato, che quanto va perfezionandosi in Amministrazione comunale in merito alle licenze taxi straordinarie, non rappresenti un corretto approccio sostanziale e legale, vuol dire non avere alcuna base di diritto penale. La stessa inconsistenza, d'altra parte, la ravvisiamo nella mozione sul settore taxi che per la seconda volta ripresenta, palese frutto di un approccio ideologico ed astioso nei confronti di un servizio pubblico di cui il Comune di Firenze deve essere fiero per l'efficienza, la qualità ed il sistematico approccio collaborativo con tutte le istituzioni cittadine. Non è infatti un caso che la confusa valutazione di Fittante, non abbia riguardato in alcun modo il Vicesindaco Nardella, con cui anche durante l'ultimo incontro il confronto è stato franco ed accompagnato da stima reciproca.

Per URITAXI Firenze: Claudio Giudici
Per UNICA TAXI CGIL: Roberto Cassigoli
Per SITAFI Asa Taxi CISAL: Fabio Machiavelli
Per UIL Trasporti settore taxi: Lanfranco Ricci