La grande manipolazione culturale creata dalla fine degli anni '60 è quella per cui l'economia debba essere rimessa alla famosa "mano invisibile" di Adam Smith, piuttosto che alle coscienti scelte del regolatore politico. Tutta la ricostruzione post-bellica e le Costituzioni da cui essa è partita, è invece il rifiuto di questa falsità, dietro cui in realtà si cela la legge del più forte. Oggi, è con il termine liberalizzazione che si vende questa legge, a tutto dispetto della crescita dell'economia fisica e di un ordine più giusto.



lunedì 1 marzo 2010

Viva la velocità! Tassisti ed utenti sono d'accordo.

Quanto incide il traffico sul costo del taxi?

Spesso gli amministratori locali si pongono di fronte alla primaria della questione della velocizzazione del servizio taxi come di fronte ad un'istanza di parte dei tassisti. In realtà, il traffico e la bassa velocità di espletamento del servizio rappresentano un danno anche per l'utente.

A titolo esemplificativo, svilupperemo un caso ipotetico.
Supponiamo di fare una corsa in taxi di circa 4 km (come potrebbe essere da piazza Starnina a piazza Santa Croce a Firenze). Questa corsa, se fatta ad una velocità media superiore ai 20 km/h ci consentirà di completare il servizio in 11 minuti ed avrà un costo di 6,9 euro.

Il medesimo costo lo avrà, nel rispetto del limite di velocità di 50 km/h, a seconda che ci mettiamo 5, 6, 7, 8, 9, 10 minuti. L'utente per ogni minuto in più di corsa non subirà aumenti di prezzo poiché la velocità si manterrà costantemente sopra i 20 km/h e dunque non scatterà la tariffa a tempo. Tuttavia questo rallentamento nella velocità comporterà un danno economico al tassista lavoratore, in quanto vedrà dei minuti del proprio lavoro come non remunerati. Se questo è un piccolo danno durante una corsa, sarà sempre meno piccolo a fine giornata lavorativa, a fine mese ed a fine anno.

Supponiamo poi di fare il medesimo percorso con traffico più intenso, tale da far scendere la velocità costantemente sotto i 20 km/h. In questo caso scatterà la tariffa a tempo e dunque il lavoro del tassista comincerà ad essere nuovamente retribuito. Sarebbe però fuorviante considerare un vantaggio economico l'avvio di questa fase tassametrica.

Il grafico sotto, relativamente al caso simulato, ci mostra il danno economico percentuale subito dal lavoratore, per ogni minuto in più perso per completare il servizio, rispetto agli ottimali 5 minuti di corsa, ai 6, 7, 8, 9, 10, ed 11 minuti (dai 5 agli 11 minuti abbiamo rilevato che il costo della corsa sarà sempre di 6,9 euro), ciascuno dei quali confrontati con minutaggi superiori fino ai 20 minuti.


Il grafico ci racconta che il danno economico subito dal lavoratore a causa del traffico andrà da un massimo del 54% ad un -2,66%. Quest'ultimo caso è riferibile all'ipotesi in cui la corsa durasse 12 minuti invece di 10 (per il percorso da 4 km); in questo caso infatti il tassista avrebbe ottenuto un vantaggio economico del 2,66% grazie al rallentamento del traffico. Come ben si capirà però, a parte questo sporadico caso limite, in tutti gli altri casi il traffico e dunque la bassa velocità di crociera, saranno un danno costante per il tassista lavoratore, rispetto al ricavo potenziale ottimale.

Tutte e 6 le linee spezzate ascendenti, ci mostrano infatti una costante fase di danno economico recato al lavoratore dalla bassa velocità di crociera.

Il traffico recherà ovviamente un danno anche all'utente (sia per il tempo perso, che per la maggior tariffa che si troverà a pagare).

Il grafico sotto ci mostra l'entità del danno subito dall'utente:


La linea ascendente ci mostra l'entità del danno percentuale subito dall'utente. In termini di costo, per il caso ipotizzato, il danno sarà nullo fino a sei minuti in più di durata della corsa; dai 7 minuti in su invece anche l'utente subirà un diretto danno economico.

A livello propositivo sarà allora necessario, per evitare questo genere di disagi, oltre ad un aumento dei percorsi dedicati a corsie preferenziali, che la politica della viabilità torni a fondarsi sulle strade a doppio senso di circolazione. Queste ultime sono sempre meno frequenti poiché i lati delle strade vengono utilizzati per ricavarne posti auto. Per invertire questo genere di tendenza è necessario allora che riprenda vigore la politica dell'infrastrutturazione arrestatasi circa quarant'anni fa, che non può prescindere dallo sfruttamento del sottosuolo, e che consentirebbe di ricavare posti auto sotterranei, liberando così superficie viabile e accorciando e velocizzando i percorsi.

Uritaxi Toscana

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